Pubblicazione dell’Albo professionale
Cari Colleghi,
la presente Consiliatura conclude la sua attività istituzionale con la pubblicazione dell’Albo professionale che ormai non veniva aggiornato da dieci anni.
L’ODAF Napoli consegna questo strumento di consultazione pubblica e di accompagnamento all’attività professionale, obbligatorio per le norme che ci governano, riportando in modo puntuale i diversi argomenti strettamente connessi alla Categoria dei degli Agronomi e dei Forestali.
La pubblicazione dell’Albo, posto anche all’approvazione dell’Assemblea degli iscritti, ha avuto una genesi di oltre un anno in quanto con la sua stesura l’ODAF Napoli ha voluto, cogliendo la proposta del Consigliere Ciccarelli, ricostruire la Storia dell’Ordine dalla sua costituzione che ha comportato una non facile ricerca di foto, dati e documenti.
Si riporta nel dettaglio la composizione dei singoli Consigli che si sono succeduti nel tempo, venendo a conoscenza di informazioni che devono inorgoglire la nostra Categoria:
- Raffaele Di Nardo (deputato dalla II alla V Legislatura) e Domenico Viggiani (Direttore Generale del Banco Napoli) sono stati rispettivamente Consiglieri nel periodo 1955-57 e 1960-62.
- l’economista prof. Manlio Rossi Doria è stato non solo un nostro iscritto, ma anche Commissario Straordinario per le elezioni del Consiglio del 1960.
In generale si è riportata l’attività ordinistica svolta dai diversi Dirigenti nel corso della nostra Storia. Si coglie l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno contribuito fornendo utile documentazione.
Le due immagini poste sulla copertina e sulla quarta di copertina sono lo spaccato della nostra storia agricola, caratterizzata da una forte identità territoriale.
Si è rappresentata un’agricoltura romantica del post bellico, con un ruolo di fatto esclusivamente produttivo ad una agricoltura multifunzionale, tipica di un’area fortemente urbanizzata come quella della città metropolitana di Napoli, dove le attività agricole consentono la preservazione non solo delle colture tradizionali, ma svolgono al tempo stesso un prezioso ruolo di salvaguardia del territorio.
Questo Ordine avverte, tra altro, la mancanza di una decisa politica integrata per il destino dei paesaggi agricoli, che possa coniugare il mondo della produzione agricola con la pianificazione dello spazio rurale. Le stesse politiche di settore (basti pensare alle politiche agricole o a quelle dei trasporti) ignorano o sottovalutano in larga misura le risorse paesistiche e le loro esigenze di tutela.
E’ necessario proporre una nuova strategia per rinnovare le relazioni di interdipendenza e complementarietà tra i due sistemi: l’agricoltura può aiutare a sviluppare un nuovo sguardo nei confronti delle periferie e della città diffusa, assumendo un ruolo di “alterità” nella città contemporanea, stimolo per fondare un nuovo concetto di “urbanità” .
Proprio la vicinanza alla città permette di differenziare le attività da svolgere in questi “frammenti di campagna” assecondandole anche in funzione delle necessità urbane; la produzione agricola, in senso stretto, diventa una delle possibili attività praticabili perchè il carattere agricolo del territorio è in grado di stimolare soluzioni progettuali differenziate incoraggiando l’immaginazione degli abitanti e l’inventiva politica.
Quindi queste parti del territorio cittadino costituiscono nel loro insieme un sistema unitario non solo produttivo, ma con grandi potenzialità di riqualificazione e di recupero naturalistico.
Nel tempo, con le trasformazioni socio-territoriali, la nostra agricoltura (in particolar modo in ambito urbano), ha assunto anche una funzione di inclusione sociale, educativa, ambientale e di riqualificazione urbana. Per garantire un futuro alla città di domani è opportuno ripensare anche al ruolo degli spazi agricoli presenti nel tessuto urbano. Il fine è anche quello di contribuire a costruire un nuovo paesaggio urbano, multifunzionale e collaborativo sostenuto da politiche di valorizzazione del capitale umano e investendo in nuove forme di governance del territorio: per esempio, un modello di collaborazione pubblico-privato a beneficio della comunità di contadini urbani potrebbe offrire alla Pubblica Amministrazione l’opportunità di veder diminuiti i costi a suo carico per la manutenzione delle aree verdi pubbliche.
L’integrazione delle aree agricole all’interno dei tessuti urbani rappresenta un tema di grande interesse generale soprattutto se legato a processi di trasformazione della città in spazi più sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico.
Il Presidente
Pasquale Crispino